Il Graffio

Viaggio tra i talenti: Flash è il primo album degli Speedliner

Speedliner, Viaggio tra i talenti

 

Quinto numero della nostra rubrica “Viaggio tra i talenti“. Oggi ci occupiamo degli Speedliner, band bresciana che nasce nel 2010 e che è composta da Matthew Zak, Simone Simbeni, Alessandro Carboni e Andrea Della Valle.Lo scorso 22 febbraio è uscito Flash, il loro primo album.  Dieci tracce che sono una riflessione sull’alienazione quotidiana, sulle crisi interiori e relazionali che spesso esplodono come un fulmine a ciel sereno ma che lanciano anche un messaggio di rinascita e la voglia di non commettere gli errori del passato Le sonorità della band spaziano tra la new wave e il pop rock d’oltremanica con un songwriting di natura socio cantautorale. Abbiamo rivolto agli Speedliner alcune domande.

La vostra band nasce nel 2010. Cosa ha spinto il vostro quartetto a unirsi in questo progetto?

“Prima di tutto la voglia di dire qualcosa, Flash è una raccolta di estemporanee su una fase della nostra vita insieme, nonostante tutti e quattro abbiamo avuto e qualcuno ha ancora dei progetti fuori dagli Speedliner. Questo progetto è riuscito a fondere le nostre teste in qualcosa di unico portandoci a formare la band e diventando una band”.

A febbraio è uscito Flash, il vostro primo album. Raccontateci le emozioni di questo lavoro, le difficoltà e un resoconto di questa esperienza

Questo lavoro ha avuto dei momenti di alti e bassi. E’ stato bello partire da un songwriting minimalista fatto da chitarra e voce passando per lo sviluppo in sala prove e la limatura/arricchimento nella fase di produzione artistica cordinata da Fausto Zanardelli (EDIPO) in studio. È bello sentire i risultati di un lavoro tanto impegnativo, anche se ammetto che nella testa rimane sempre il “SE”. Se avessi fatto una controvoce in più, se la chitarra fosse più o meno presente, se, se, se. La verità è che in 40 minuti di musica si racchiude un anno di lavoro e una fotografia panoramica del periodo, quindi è giusto così”.

Quale riscontro vi aspettate da parte del pubblico? E che rapporto avete con i fan durante i vostri eventi?

“Innanzitutto vogliamo riuscire ad arrivare a farci sentire/vedere e giudicare da più persone possibili, le critiche fanno crescere, gli elogi fanno capire cosa va bene, quindi la cosa fondamentale è riuscire ad arrivare a raccogliere i dati di questo pacchetto completo. Il nostro rapporto con i fan è direttamente proporzionale all’ attenzione che loro ci dedicano, sia che sia frontale, sia che sia virtuale, cerchiamo sempre di essere disponibili”.

Vi ispirate a gruppi straordinari come The Cure o Depeche Mode. Quali sono stati secondo voi gli elementi fondamentali dei loro successi e quali quelli che voi utilizzati per avvicinarvi al loro stile?

“Le variabili da tenere in considerazione sono innumerevoli, gli anni e quindi il periodo storico ma sicuramente fondamentale è la sonorità. Questa grande capacità (ovviamente aiutata e accentuata dai produttori del tempo) di rendere i suoni perfetti. Ne è la prova l’ultimo singolo dei Depeche Mode, Heaven, una canzone melodicamente sofferta, profonda e viva al di la delle parole. I miti servono non per essere emulati ma per essere presi come riferimento. Stiamo parlando di aziende organizzate e perfette, la cosa da imparare da esse è la meticolosa precisione e perfezione nella struttura. Il budget è indispensabile e fa la differenza, ma il carattere e la determinazione sono una buona compensazione al vile”.

Nell’ultimo periodo la Puglia è la regione da dove escono maggiormente band e talenti. Voi siete bresciani, in Lombardia come è la situazione?

Sicuramente dobbiamo molto a Brescia, negli anni ci ha aiutato a crescere anche quando non eravamo 4 teste nelle stessa band ma piuttosto 4 musicisti in diversi progetti. Grazie a figure come Marco Obertini, Alberto Belgesto, Marco Caldera (per citarne solo tre) e locali/circoli culturali come Lio Bar, Latteria Artigianale Molloy, 24 e molti altri, Brescia negli anni è diventata una città  molto prolifica. Band come The records, Low frequency Club, Moskow Raid, Oranges e MaryDolls o cantautori come Edipo che hanno reso questa città una città che aveva e ha qualcosa ancora da dire. Nonostante siano passati anni Brescia riesce sempre a dare i natali a nuovi progetti e nuove realtà!”.

Un vostro parere sulle major e sulle etichette indipendenti

“Penso che il gap tra le due cose non sia così estremo come si immagina, mi spiego meglio. Tantissime volte capita che gli editori di case discografiche major siano paradossalmente gli stessi di case discografiche indie. Penso personalmente che questa cosa si spieghi facilmente comprendendo che a volte ciò che è etichettato “alternativo” in realtà dia ottimi introiti non magari con radio, mainstream ma piuttosto con tour e riviste. Alla fine che tu sia di una casa discografica “X” o di una casa discografica “Top” i soldi che girano sono sempre nelle stesse 4/6/8/10 mani. Non è oro ciò che luccica”.


Cosa ne pensate dei talent show musicali che imperversano in tv?

Penso che il talent non scopra talenti ma piuttosto interpreti. Mengoni non sarà mai Dalla, e Emma non sarà mai Janis Joplin. Il talent non rovina la musica, semplicemente cerca persone che non pensino quando la fanno ma solo perché non sono loro a farla. Avere fortuna è una cosa, avere talento è un’altra. Io non parlo di noi, semplicemente mi immedesimo nell’ ascoltatore medio stanco di finte emozioni camuffate da vibrati intensi e meticolosamente perfetti. La voce di un Battisti anche se nasale e a volte sporca penso che non abbia eguali nella storia della musica italiana.


A proposito, guardate tv? Cosa riuscite a sopportare del piccolo schermo?

"Stiamo lavorando a un brano intitolato "La mia Classe", la cito perché all’interno dell’inciso c’è una frase che dice: "e viviamo sempre qui tra le ciminiere e i vicoli".  Ovviamente non mi riferisco al Paolone nazionale, ma proprio e paradossalmente a questa domanda. Io la tv la guardo e cerco di vederla nelle sue patinate e limitate sfaccettature. La tv è una finestra su un mondo che ci fa vedere solo quello che vuole farci vedere nei suoi eccessi e nei suoi limiti. Se presa come strumento di verità è micidiale, se presa invece come passatempo privo di verità, è accettabile".

Quali sono i vostri progetti futuri?

"Non ci siamo ancora fermati e come accennavo prima, stiamo lavorando a un nuovo disco. Nel frattempo stiamo cercando di fissare più date possibili lungo lo stivale e tramite la nostra agenzia di promozione (Safe&Sound) cercando di diffondere il più possibile il nostro disco. Flash ha un messaggio di rinascita e recupero della propria personalità speriamo quindi di poter un domani ancora scrivere parlando di noi e magari di voi".

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