Chiara Alonzo

Valentina Orengo: Con il mio romanzo ho voluto mettere a nudo l’indifferenza degli adulti

Valentina Orengo, Più in alto del giorno

Valentina Orengo nasce a Torino ma ha vissuto in molti posti tra cui: Liguria, nelle Langhe, Inghilterra, Milano, Firenze e Roma, dove ora vive stabilmente con la sua famiglia. Scrittrice, autrice di molteplici programmi televisivi tra Mediaset, Rai, MTV e La 7 dove attualmente lavora. Ha la passione per i viaggi e suona l’Ukulele. Autrice del suo romanzo d’esordio Più in alto del giorno, all’interno del quale ci si puo’ riconoscere in quale modo: nella metà degli anni settanta, in un piccolo paese della frontiera, in Francia, cercavano di passare il confine alcuni immigrati provenienti dall’Africa e, in quegli anni era sporadico trovarli. Ad ogni modo i due protagonisti, due ragazzini Mimì e Alfred dovranno fare i conti con una realtà cruda, con i pericoli e le varie sfaccettature della vita, cercando quanto più possibile di prestare soccorso e cooperare insieme per aiutare questi immigrati a salvarsi. Il romanzo, inoltre, dal 14 Gennaio 2022, è possibile trovarlo in formato audiolibro su Audible e Apple Books, letto dalla stessa Valentina e pubblicato da Volume Audiobooks, società di produzione ed edizione di audiolibri con distribuzione internazionale specializzata in cinema, teatro, narrativa.

 

Sei giornalista, scrittrice e autrice di vari programmi tra Mediaset, MTV e La7. Com’è nata la passione per la scrittura?

Ho sempre avuto la passione per la scrittura. Ho cercato di indirizzarla in modi diversi: quando ero più piccola, ad un certo punto, mi sono innamorata del mondo della televisione. Ho lavorato per alcuni uffici stampa di case editrici e in contemporanea, ho lavorato per la prima rete musicale italiana Video Music, all’interno del quale c’è stato questo piccolo programma Metropolis, dedicato ai libri, trovando una mia dimensione tra libri, scrittura dei miei testi e le interviste a scrittori internazionali. Di lì a poco ho iniziato a scrivere per la televisione soprattutto programmi culturali ma ho fatto anche altro.

 

 E quando sei entrata nel mondo televisivo, qual è stata la cosa più difficile che hai incontrato lungo la strada?

Il momento in cui sono passata all’intrattenimento. Provenivo da un altro mondo: sono passata da fare interviste a scrittori a dover trovare volti che funzionassero, ritrovandomi a fare i conti con i veri meccanismi televisivi dell’intrattenimento.

Tra l’altro hai scritto anche un romanzo Più in alto del giorno. Come nasce l’idea? 81qSMfTfnJL

Ho voluto provare a scrivere un romanzo, è una cosa che ho sempre voluto fare. E’ la storia di due ragazzini, i quali si ritrovano a dover aiutare un immigrato in difficoltà, cooperando al di fuori delle regole senza il consenso degli adulti. Nello specifico, l’idea di questa storia è nata da una mia esperienza personale: ho visto questo posto, dove in una casa al confine con la Francia, c’è un passaggio continuo di immigrati, ma negli ultimi anni c’è stato un forte incremento. Ho assistito a delle scene incredibili di centinaia di ragazzi provenienti probabilmente dall’Africa, dal Sudan che cercavano di passare la frontiera, accampandosi a ridosso del confine per poter passare. Tutto questo avveniva sotto gli occhi dei villeggianti; c’era questa strana commistione abbastanza scioccante, obiettivamente; vedere tutte quelle persone disperate vicino l’ombrellone. Il mio intento è stato quello di voler raccontare una storia che facesse capire quanto fosse scioccante questo episodio ma da un punto di vista del tutto infantile e innocente.

 

Il tuo romanzo è ambientato negli anni settanta e affronta un tema delicato: i due ragazzi protagonisti incontrano, impreparati, un clandestino, un ragazzo straniero che proviene da una realtà a loro sconosciuta. Com’è cambiato oggi, secondo te, il modo di guardare e rapportarci al mondo degli immigrati?

Ho voluto ambientarlo in quel periodo storico, perché già negli anni settanta succedevano queste cose anche se, in maniera sporadica, quasi leggendaria. Gli immigrati erano davvero pochi. Ho voluto dare uno sguardo di inesperienza, avendo la vera sensazione di non conoscere l’altro. Il vero problema, oggi, è la totale indifferenza: gli ombrelloni, la gente stesa a prendere il sole vicino a quelle persone disperate, le quali cercano disperatamente di passare la frontiera, anche illegalmente e al contempo, mettendo a rischio la propria vita per avere un’opportunità in più. Ho avuto la priorità di raccontare questo contrasto tremendo della nostra indifferenza, soprattutto quella degli adulti, perché penso che i ragazzini siano più sensibili, abbiano meno paura.

E secondo te, proprio per questa indifferenza, come si potrebbe sensibilizzare l’opinione pubblica?

Se lo sapessi, avrei già risolto questo enigma, perché obiettivamente la stampa, la televisione, cercano in tutti i modi di sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi; purtroppo, finché non si arriva alla radice del problema, queste questioni, sarà molto difficile risolverle. Quell’indifferenza di molte persone è anche sinonimo di impossibilità di fare qualcosa di veramente concreto perché non si hanno i giusti strumenti tali da poter gestire questo fenomeno più grande di loro; umanamente e storicamente gli italiani sono persone molto accoglienti.

 

Il tuo romanzo d’esordio è stato appena pubblicato in formato audiolibro letto da te stessa. Che esperienza è stata trovarsi per la prima volta leggere e registrare il tuo libro?

Mi sono divertita tantissimo e spero di aver ottenuto un risultato dignitoso. Oltretutto, l’ho registrato in un periodo storico particolare: subito dopo il lockdown; avevo moltissima voglia di fare. Quel periodo ci ha visti tutti in casa a lavorare in smart working. Rileggere, poi quello che si è scritto, soprattutto ad alta voce ha un valore aggiunto ed è anche buffo da un lato; quando si legge ad alta voce ciò che hai scritto (o almeno io non leggo mai ciò che scrivo ad alta voce), dà moltissima soddisfazione. Secondo me è un esercizio che dovrebbero fare tutti. Lo fanno le mamme quando leggono le fiabe ai bambini, è un cosa che fa molto bene!

 

Oltre questo romanzo, hai altri progetti? Magari in televisione o un altro romanzo in progetto?

Progetti si ma ancora in fase embrionale. Adesso sto scrivendo un’altra cosa ma ancora deve prendere forma. A  me scrivere piace tantissimo e mi dà tanta soddisfazione. Per quanto riguarda la televisione, invece, adesso sto facendo “giocando” un po’ con gli archivi della nostra rete, gli archivi di La 7 e i vecchi archivi di Tele Montecarlo.

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