Sono passati 45 anni da quella maledetta notte sanremese ma il ricordo di un artista straordinario come Luigi Tenco è sempre vivo. E sabato a Lugano, nella Svizzera italiana, ci sarà una serata in suo onore alla quale parteciperanno la famiglia di Luigi e tra gli altri i maestri Luca Giugno e Gianfranco Reverberi, il cantante Francesco Baccini, il direttore del premio Tenco Enrico De Angelis e l’editore Michele Piacentini. Proprio Michele, famoso anche nell’organizzazione di diversi eventi culturali e mostre e figlio di Tullio
Piacentini, regista e inventore del videoclip musicale, ci parla di questa serata e di Luigi, come quasi mai nessuno l’ha raccontato.
Sabato nella bella cornice di Lugano, in Svizzera, ci sarà un evento-concerto per ricordare Luigi Tenco. Parlaci di questa serata.
“E’ un concerto di Natale con le musiche di Luigi Tenco ed è inserito in una sorta di festival musicale natalizio che dall’ 8 al 23 dicembre caratterizzerà alcuni luoghi della città. Ovviamente quella di sabato 15 è la giornata che reputo più importante perchè è quella nella quale si rivolge l’omaggio a Luigi “Ricordando Tenco“. L’organizzatore dell’intero festival è un italo-svizzero mentre quello della giornata dedicata a Luigi è il Maestro Luca Giugno, colui che mi ha invitato insieme alla famiglia Tenco e ad altri personaggi molto importanti come il Maestro Gian Franco Reverberi, carissimo amico di Luigi, come il direttore artistico del noto Premio Tenco Enrico De Angelis e come il cantante Francesco Baccini che da due anni a questa parte sta portando in giro lo spettacolo “Baccini canta Tenco“. Sin dalle prime ore del pomeriggio ci saranno alcune esibizioni di vari artisti su questo tema ma l’evento espressamente dedicato a Tenco inizierà verso le 18 nel ristorante del centralissimo City Coop di Lugano in Via Nassa. Qui si aprirà con un convegno su Luigi all’interno del quale verranno proiettate delle sue immagini inedite e dopo del quale inizierà un concerto musicale con i suoi brani. C’è un’altra cosa che mi ha incuriosito molto ed è l’avvicinamento al mondo della cultura da parte della banca svizzera che ha sponsorizzato l’evento, la Finther Bank Zurich, che ha voluto esporre nelle sue vetrine le gigantografie di Luigi e parte del materiale che gli era appartenuto e che la famiglia ha messo a disposizione, quali la chitarra, il registratore a bobine ed altre cose. Magari fosse così anche in Italia”.
Tuo padre, il regista Tullio Piacentini, fu uno dei primi a ricordare Tenco. E’ grazie a lui che ti sei appassionato alla storia di questo grande artista?
“Questa è una bella domanda, è la prima volta che mi viene posta e soprattutto non avevo mai pensato a questo aspetto del primato di mio padre. Sicuramente, a pensarci bene, è stato il primo in ambito cine-televisivo ed altrettanto certamente è stato grazie a lui e al suo lavoro di regista-produttore che mi sono appassionato alla figura di Luigi Tenco. Io conoscevo i testi di Luigi per quel poco che i mass-media hanno sempre diffuso delineando un’immagine malinconica e dai ritmi lenti. Invece, valutandolo con minore superficialità, ho scoperto ben altro e molto più interessante. Figurati, studiandolo a fondo, come ho dovuto fare qualche anno fa per capire le affinità che c’erano tra mio padre e Luigi, cosa ho riscoperto! Spessore umano, contenuti, messaggi, ritmo, vitalità. Un mondo completamente diverso ed estremamente affascinante, un mondo di poesia che può aiutare a comprendere tante cose della nostra cultura, non solo musicale. Se potessi consiglierei a tutti uno stage, per usare un termine moderno, su Luigi Tenco. Comunque il primo in assoluto che ha ricordato Luigi è stato Fabrizio De Andrè che a distanza di poche ora dalla sua morte gli ha dedicato la canzone “Preghiera in gennaio“, dettata dal cuore e dal sentimento che lo legava a lui”.
Nel 2006 il “giallo” sulla morte di Tenco è stato definitivamente archiviato. Ma è andata davvero così?
“Questa è una data molto triste e lo dico al di là della mia stima nei confronti di Luigi Tenco, perchè è l’anno in cui qualcuno ha cercato di ottenere delle risposte per la propria voglia di notorietà e non per ottenere risposte sul cosiddetto “Caso Tenco“. Per far ciò, con scarsità di risultati, è stato turbato il corpo ed il riposo eterno di Luigi. Infatti il caso, chiuso solo per la stampa e per l’opinione pubblica nel 2006, in realtà è stato formalmente chiuso nel 2009. Sappi che sul fascicolo della Procura c’è la scritta “Perenne” e ciò ha sicuramente un suo significato. Ci sono molte pecche da parte di chi ha svolto queste ultime indagini che non hanno risolto in alcun modo il caso“.
Qual'è il tuo rapporto con la famiglia di Luigi?
"Con la famiglia Tenco c'è un rapporto molto squisito e di assoluta stima. Ti dico subito che il rapporto che ho con i Tenco non mi condiziona assolutamente il pensiero sulle vicende di Sanremo del '67 però, al tempo stesso, sono profondamente contrario a teorie talvolta fantascientifiche che girano sul caso Tenco e credo che molti facciano meglio a tacere anzichè lavorare di fantasia pur di apparire. Questa precisazione a parte, ci tengo a sottolineare la grande stima che ho nei loro confronti perchè immagino quanto siano stati segnati da questo caso e quanto possano essere stati assillati per richieste spesso più morbose che di vera ed obiettiva indagine. Comunque il mio avvicinamento a loro, nei limiti degli incontri culturali su Luigi, è stato per la ricerca che ho condotto sulla storia della cine-musica italiana e anche sulle apparizioni cine-televisive di Luigi. A novembre scorso, durante un evento dedicato a lui a Genova, mi sono commosso quando ho sentito Giuseppe e Patrizia Tenco leggere dei brani dello zio Luigi... hanno rappresentato benissimo il loro sentimento ed il loro affetto verso di lui. Questo semplice episodio è uno di quegli esempi che fanno sentire l'umanità delle persone e che mi ha fatto stimare il loro modo di essere, veramente apprezzabile".
Il ricordo è sempre vivo. Riproporrai la mostra itinerante su di lui?
"Sicuramente si. C'è ancora molto da riscoprire su Luigi sia in termini di opere musicali che in termini di avventure personali. Ho sentito racconti che, a ripensarli, ancora mi fanno ammazzare dalle risate. Il mio sogno è di realizzare per lui una mostra fotografica con immagini nelle quali è ritratto esclusivamente con un viso sorridente... l'esatto contrario di come è stato dipinto per anni e soprattutto più verosimile a come se lo ricordano molti amici. Luigi Tenco era un ragazzo creativo, energico, vulcanico e certamente non è semplice riuscire a delineare un quadro piuttosto completo su di lui. Ma come diceva in una sua celebre canzone, "vedrai vedrai"... che ci riuscirò e spero di farlo nel migliore dei modi".