Chiara Alonzo

Manuela Ventura è l’infermiera Favilla Mancuso in Lea – un nuovo giorno

Manuela Ventura, Lea - un nuovo giorno

Dall’ 8 Febbraio in prima serata su Rai 1, è iniziata una nuova medical drama, ambientata principalmente in ospedale dalla trama accattivante, con la regia di Isabella Leoni e tra i principali protagonisti ci sono: Anna Valle, Giorgio Pasotti, Marina Crialesi, Mehmet Günsür, Eleonora Giovanardi, Daniela Morozzi, Primo Reggiani, e Manuela Ventura, attrice poliedrica, la quale si districa tra cinema, televisione e teatro e attualmente, è in tournée nazionale con lo spettacolo Baccanti. La talentuosa Manuela, inoltre, ha già lavorato in un’altra serie di successo Questo nostro amore insieme ad Anna Valle, interpretando il ruolo di Teresa, ricevendo nel 2013, il Premio Ciak Sicilia. Lei stessa ha affermato: “Favilla è stata una bella novità per me, mi auguro lo sia anche per il pubblico, – ci dice Manuela – un personaggio tagliente, schietto, ironico, una donna che sembra sicura di sé ma forse nasconde alcune fragilità. È nel gruppo delle infermiere che conosceremo in questa nuova serie tv, in una alternanza di eventi e sentimenti, le storie dei piccoli pazienti, le vicissitudini amorose, i problemi in corsia.
È stato un bel lavoro di squadra, una prospettiva al femminile anche per dare risalto alle figure delle infermiere che, oggi più che mai, in questo pesante periodo di pandemia, sono divenute simbolo di generosità, responsabilità, sacrificio e cura”
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Come ti sei avvicinata al mondo della recitazione?

“Manuela per preparare la recita di carnevale ci pensi tu, va bene?”. Forse è iniziato così. La maestra delle elementari mi mise in mano un quaderno pieno di fogli, poesie, scenette, mi affidò la scelta dei pezzi, mi fece leggere a voce alta in classe, scelsi un pezzo per me, una breve poesia di Rodari, e pure le compagne e i compagni proposero quali imparare a memoria. Poi con uno scatolone di cartone pieno di fogli, elementi di costume e oggetti, indossando di nascosto un paio di ballerine viola scamosciate (perché non volevo le scarpe ortopediche che in quel periodo dovevo calzare), iniziai a recitare la mia poesia e ad ascoltare gli altri, distribuendo cappellini, nastri, guanti spaiati, per realizzare la nostra recita di carnevale. Questo mi sa che è stato il primo incontro più ravvicinato. A 13 anni la prima scuola di recitazione nella mia città, poi la prima scrittura all’età di 16 anni in una compagnia indipendente, fino all’Accademia Nazionale D’arte Drammatica Silvio D’Amico per cui mi sono trasferita a Roma, confusa, intimorita ma felice.

 

Sei una delle protagoniste della nuova fiction su Rai 1 Lea – un nuovo giorno e interpreti un’infermiera, Favilla Mancuso. Cos’hai provato a interpretare questo personaggio?

Sorpresa sicuramente. Favilla mi ha permesso di indossare una nuova veste. Innanzitutto, il camice da infermeria. Questo aspetto per me, per noi tutte, a cominciare dalla regista, Isabella Leoni, è stato fondamentale; dare vita ad un gruppo di infermiere, capitanate da Anna Valle nei panni della protagonista Lea Castelli, è stato anche il nostro modo di omaggiare queste professioni che insieme a quelle degli Oss e dei medici hanno affrontato in prima linea il duro periodo della pandemia. Una storia con uno sguardo al femminile, in cui la vita si intreccia con il lavoro, si parla di amicizia e amore, di dolori da affrontare e rinascita. Favilla, all’interno di questa storia, è un elemento brusco, come un sassolino nella scarpa, un dito nel fianco. Si pone in modo un po’ diffidente, distaccato. E’un ruolo fatto anche di piccoli sguardi, battute anche concise ma taglienti, eppure ci sorprenderà rivelando in fondo un animo sensibile, generoso.

 

 

Qual è la cosa più complicata, nell’interpretare il tuo personaggio?

Mi sono chiesta e mi chiedo quale possa essere la reazione del pubblico di fronte ad un personaggio così spigoloso, importante non esagerare perché comunque la storia che raccontiamo ha toni delicati, momenti anche divertenti, una chiave sentimentale. Per fortuna Favilla riesce a portare con sé un antidoto alla sua asprezza, usando l’ironia e il piglio bizzarro, scopriremo andando avanti col le puntate, la verve del personaggio, la sua dedizione al lavoro e anche la sua tenerezza. È dunque un ruolo con una funzione di rottura che mostrerà una inaspettata apertura finale.

 COPYRIGTH © P.BRUNI_52476 (Copia)Una scena del set che porti nel cuore?

La fortuna di lavorare con un gruppo così unito ci ha fatto vivere momenti indimenticabili. Fra tutti, un giorno Anna è arrivata sul set con la sua mini-cassa portatile. Ancora non eravamo pronti a girare, improvvisamente sentiamo dalla cassa a tutto volume un pezzo molto rock, abbiamo ballato? non solo, abbiamo proprio messo in subbuglio il reparto, lettini che prendevano la corsa, carrelli delle infermiere volteggianti, Lea, Rosa, Favilla, Olga e Michela scatenate con le loro divise azzurre. È stato un momento di libertà e gioia.

Attualmente sta lavorando in teatro. Puoi anticiparci qualcosa?

In questo momento sono in tournée con lo spettacolo Baccanti, regia Laura Sicignano, produzione Teatro Stabile di Catania. Abbiamo già debuttato in diversi teatri da Catania a Genova, prossimamente saremo a Brescia Trieste e Napoli. Interpreto il ruolo di Dioniso, divinità rappresentativa del teatro, del piacere, dell’ebbrezza. Rappresentazione di una potenza vitale, intesa come forza generatrice e anche distruttiva, in contrapposizione al re Penteo, interpretato da Aldo Ottobrino, figura del potere gerarchico, rigido, punitivo. Due eserciti a confronto, i soldati e le armature di Penteo, le femmine folli, Baccanti armate di tirsi fioriti, seguaci di Dioniso. In questa contrapposizione tra razionale e irrazionale, tra ordine e caos, tra prevedibile e rischio, tutto verrà sovvertito da questo magma impetuoso di donne e divinità, smembrato il corpo di Penteo per mano di Agave, esiliata insieme al vecchio Cadmo. A nulla sono serviti i racconti del messaggero e le premonizioni di Tiresia. Troppo tardi Dioniso è stato riconosciuto e ciò che era previsto si è tragicamente compiuto.

 

Progetti futuri?

Usciranno due film a cui sono molto legata, Una boccata d’aria di Alessio Lauria con Aldo Baglio e Lucia Ocone e Shotgun-titolo provvisorio- regia di Marta Savina con Claudia Gusmano e Fabrizio Ferracane. A fine marzo un progetto teatrale, regia di A. Idonea, “262 vestiti appesi”, sui terribili episodi della catastrofe nella miniera di Marcinelle del 1956, che porteremo in giro in Italia e all’estero.

 

 

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