Chiara Alonzo

Il bello degli anni ’60

anni '60

È innegabile quanto siano stati fiorenti e spumeggianti gli anni ’60, sotto ogni punto di vista.

Non avendoli vissuti direttamente, ma essendo un’appassionata di quell’epoca, dalla lettura delle  cronache dell’epoca, è possibile notare quanto amore, affetto, sentimenti e familiarità potesse trasparire dall’arte musicale cosiddetta ‘leggera’ attraverso le canzoni. I testi, le melodie, le musiche, i film… tutto era un sogno! Sembrava quasi di immergersi in un angolino personale, per mezzo di cui si poteva fantasticare su una storia d’amore possibile. Quante persone si sono innamorate di quelle canzoni? Quanti ne sono rimasti favorevolmente affascinati?

Credo tanti.

È possibile citare alcuni beniamini di quell’epoca: da Mina a Gino Paoli – con le sue canzoni del celeberrimo film “Sapore di mare” di Jerry Calà -; daLittle Tony a Edoardo Vianello; da Gianni Morandi ad Adriano Celentano; da Jimmy Fontana a Fred Bongusto; da Fausto Leali a Rita Pavone; da Peppino Di Capri a tanti altri. Questi artisti hanno accompagnato tante serate estive dei giovani dell’epoca. Tutt’ora sono di compagnia con le loro canzoni ormai diventate simulacri e successi intramontabili anche per le generazioni successive a quelle degli anni Sessanta.

Sicuramente sarà capitato spesso di canticchiare qualche canzone, di andare alle feste e ballare “I Watussi”, scatenandosi in pista. Tra le cose più belle di quegli anni, era certamente la semplicità del divertimento, delle cose… Non ci si annoiava mai.

Ci si reinventava sempre con la naturalezza della semplicità.

Usi e costumi semplici, appunto, ma al contempo alla moda; ancora oggi vige l’influenza dello stile anni ’60. Basti ricordare le due icone per eccellenza di stile: Audrey Hepburn, la regina per la classe ed eleganza, con i suoi tubini neri che esaltavano le sue forme tanto da trasformare i “difetti” in pregi. Quelle ballerine (che per consuetudine sono spesso criticate), lei né ha fatto un vanto e uno  stile originale.

La seconda icona, Marylin Monroe, con quella chioma bionda da far girare la testa a tanti, tantissimi uomini. Uno stile ineguagliabile, quel vestito con le pieghe, bianco… Esaltava ancor di più la sua bellezza! Anche lei, come la bella Audrey, metteva in mostra le sue forme rotonde, i suoi fianchi morbidi da farne un vero e proprio stile di vita.

Anche in Italia è possibile, però, vantare bellezze mediterranee come Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Lucia Bosè, Elsa Martinelli, scrivendo una storia soprattutto nel panorama del cinema italiano.

Negli anni Sessanta, dunque, c’era un’altra mentalità: il canone della bellezza coincideva con  l’esaltazione della propria personalità e dello stile originale da auto-individuare, a prescindere dalla conformazione fisica. Oggi, tutto questo appartiene al patrimonio culturale e sociale dell’epoca.

Le artiste degli anni d’oro del cosidetto boom economico come “influencer” (come si definirebbero oggi), avrebbero surclassato tutte le altre! Da sempre, infatti, si tenta e si cerca, quanto più possibile, di fare tesoro del loro stile!

Spostando l’attenzione sui film proiettati in quell’epoca, si trovano i grandi comici come Totò, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Peppino e Titina de Filippo, poi Marcello Mastroianni, Vittorio Gassmann, Franca Valeri, Bice Valori, Paolo Panelli, Macario, i mitici Sandra e Raimondo Vianello e, chi più ne ha, più ne metta!

Ce ne fossero ancora di talenti così! La loro forza era la spontaneità e la complicità; nei film quando recitavano, andavano a braccio (specie Totò, si narra), si basavano molto sull’improvvisazione, non c’erano filtri. Con loro sembrava quasi di sentirsi “a casa”. Erano sempre vicini alle vicissitudini quotidiane, esaltavamo l’ironia ance se con punte di sarcasmo, mettendo su un vero e proprio teatrino.

Si può senz’altro affermare che quelli erano anni davvero d’oro!

Chiara Alonzo

Lascia un commento