Ospite della trasmissione televisiva “Pane quotidiano” in onda su Rai Tre, condotta dalla giornalista Concita De Gregorio, la saggista ed ex militante del PCI Vera Pegna, che ci racconta la sua storia di coraggio e passione al servizio della giustizia e della legalità.
Vera Pegna ha pubblicato un libro dal titolo: “Tempo di lupi e comunisti”, uscito il 26 marzo, dove ci parla della sua battaglia contro la mafia in un piccolo centro dell’entroterra palermitano, quale Caccamo. Un’era in cui intraprendere un’attività politica era una vera e propria una missione.
Nata ad Alessandria d’Egitto nel 1934, da una famiglia antifascista, dopo la laurea in lingue straniere a Ginevra, nel 1962 entra a far parte della Federazione comunista di Palermo, per poi divenire consigliere comunale a Caccamo, nei pressi di Termini Imerese.
A soli 28 anni si ritrova a sfidare e combattere il potere mafioso, facendo irruzione in un paesino ostile, dove il dominio in quegli anni era detenuto da boss del paese Peppino Panzeca.
Iniziò la sua collaborazione con l’attivista Danilo Dolci, soprannominato il “Gandhi italiano” per le sue lotte sociali non violente.
“Farsi strada nel mondo”è un po’ il concetto chiave del suo libro, dove si raccolgono le memorie del suo impegno politico profuso dagli anni 60 fino ad oggi,
Il libro si divide una due parti, una prima edizione in uscita nel 1992, ed una seconda parte integrante pubblicata recentemente nel marzo del 2015, a seguito di molte segnalazioni di una pagina del social Facebook, da parte di giovani che hanno ascoltato il racconto della sua vita straordinaria attraverso padri e nonni.
La saggista ci racconta il suo ritorno nel 2012 nel piccolo centro di Caccamo, descrivendo l’affetto ed il calore dimostratogli dalla gente, dove il suo coraggio non è stato dimenticato, rimanendo esempio di trasparenza e intraprendenza per molta gente del luogo.
Al suo ritorno scopre che il paese è cambiato, che la sua determinazione ha dato i frutti, ma che ancora c’e’ molto da fare.
Ospiti del programma, i ragazzi del Liceo Classico Giulio Cesare di Roma, che hanno posto alcune domande alla saggista, tra le tante quella di Giulia che le ha chiesto cosa avesse spinto a cambiare le cose. La risposta della saggista è stata il forte senso di indignazione che provava in quel piccolo paese, il cosiddetto “spreco di vite umane”.
Vera Pegna, una Peppino Impastato al femminile, una donna vulcanica e temeraria, che provando a scuotere le coscienze di una Sicilia rurale, annientando un muro di paure e colpevoli silenzi, fece della della politica e della legalità il suo pilastro di vita.